
Il costo di ogni medicinale sarà di 2,2 euro che potrà arrivare a un massimo di 4 applicabile per ricetta
L’introduzione del ticket sanitario "per far fronte ai tagli del governo", così come ha giustificato la manovra il governatore Michele de Pascale e che entrerà in vigore il 2 maggio, divide i cittadini bolognesi.
Qualcuno pensa che sia "l’ennesima tassa che siamo costretti a pagare", altri si appellano alla buona volontà dell’esecutivo regionale, "sperando che questi soldi vengano usati per aiutare chi ha bisogno urgente di cure e chi è in lista d’attesa da anni".
La Regione aveva già annunciato l’aumento delle tasse regionali Irpef, bollo auto. E infine la tassa sui medicinali che arriverà nel bel mezzo della primavera.
A inizio maggio, quindi, sarà avviata una misura di compartecipazione alla spesa farmaceutica per i cittadini assistiti nel territorio: un ticket di 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di quattro euro per ricetta. "Se i ticket sono finalizzati ad aiutare, allora hanno un valore – così la pensa Alessandro Alberani –. La sanità pubblica non sta andando bene. Se tutti quanti contribuiamo a migliorare la sanità pubblica questa tassa può essere utile perché tuteliamo chi ha necessità di servizi importanti.
Dal pagamento saranno esentati 1,65 milioni di cittadini, circa uno su tre, tra cui i pazienti oncologici, con patologie croniche o rare, invalidi, disoccupati e persone in situazioni di disagio economico. Sono esenti in 373mila per patologia cronica, in 766mila per condizione di disagio economico e in 200mila tra malati oncologici, trapiantati e affetti da malattie rare. "La qualità della nostra sanità è ottima. Certo, gli aumenti servono a compensare un buco enorme del bilancio sanitario regionale. Spesso ci si lamenta ma almeno il servizio sanitario pubblico è buono", ha invece raccontato Franca Bertazzoni.
Un’ulteriore novità è quella relativa alle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico: resteranno gratuite solo per i figli fino ai 14 anni compiuti. E la riforma è necessaria per fronteggiare l’aumento costante della spesa farmaceutica, prevista in crescita anche per il 2025, imputabile da un lato all’introduzione di farmaci innovativi e dunque costosi e dall’altro all’invecchiamento della popolazione.
Partendo da quest’ultimo punto che hanno i cittadini analizzano la situazione a un raggio più ampio, unendo la tassa sui medicinali agli altri incrementi (Irpef, bollo auto) della manovra regionale: "Questi incrementi sono niente rispetto ai problemi che stanno dando tutti i disagi in centro città. Dovesse avere un senso, pagare il ticket sanitario non sarà un problema. Tuttavia, credo che siano altri i problemi", afferma Marco Quadretti. Al suo fianco il fratello Maurizio Quadretti: "Come cittadino dico che ogni giorno se ne inventano una. Il problema per quanto mi riguarda non è il ticket. È la situazione attuale che mi spaventa: per colpa dei cantieri le mie entrate sono calate e, nel lungo periodo, potrei non riuscire a pagare questa ulteriore tassa così come tutte le altre", sostiene. Rincari pesanti non solo sulle famiglie ma anche sui commercianti. "È un serpente che si mangia la coda. Le persone già ora spendono di meno e adesso anche il ticket sanitario. È un momento buio da cui speriamo di uscire".
Un arco temporale "in cui la gente è in difficoltà e l’economia sta soffrendo". E arriva l’innalzamento delle tasse. "Capisco che la sanità pubblica regionale sia in un periodo non semplice, tuttavia se fosse stato fatto in modo più graduale sarebbe stato recepito meglio dai cittadini", conclude Marco Cremonini.
Sulla stessa lunghezza d’onda c’è Nicola Cazzola: "Penso che queste nuove tasse siano passate un po’ sordina. La manovra regionale è arrivata mentre l’amministrazione ha alzato bus e parcheggi". Non solo. "È una manovra ingiusta – sostiene Barbara Avaltroni –. Non si tratta solo del ticket ma anche degli altri aumenti di queste ultime settimane, adottati sia a Bologna che in Regione".